NOTEdiSTORIA

Igor mosse contro i Greci. E i Bulgari annunciarono all’imperatore: «I Russi avanzano contro Costantinopoli su diecimila navi». Essi [i Russi] traversarono il mare, combatterono la Bitinia e devastarono le coste del Ponto fino a Eraclea e alla terra di Paflagonia, e conquistarono tutto il territorio di Nicomedia, e incendiarono tutte le coste del Corno.

Dei prigionieri, alcuni furono trucidati, altri collocati come bersaglio furono trafitti con i dardi, ad altri furono spezzate le membra o legate le mani dietro la schiena conficcarono dei chiodi di ferro nella testa. E bruciarono molte sacre chiese, incendiarono monasteri e villaggi e presero molto bottino sulle due coste del mare. In seguito, i soldati arrivarono da Oriente, Panfir comandava 40.000 uomini, seguito da Foca il patrizio, a capo i Macedoni, da Teodosio lo Stratilata alla testa dei Traci e da molti alti dignitari, e accerchiarono i Russi. Avendo tenuto consiglio, i Russi marciarono armati contro i Greci, il combattimento fu accanito e i Greci vinsero a stento.

I Russi ritornarono dunque la sera al loro campo, poi la notte salirono sulle loro navi e fuggirono. Teofane li inseguì con i vascelli armati di fuoco e con dei tubi lanciava il fuoco contro le navi russe. E si vide un terribile prodigio. I Russi, alla vista delle fiamme, si gettarono in mare per salvarsi a nuoto, e coloro che sopravvissero tornarono alle loro case. Quando furono ritornati nella loro terra, ciascuno di loro raccontò ai familiari ciò che era accaduto e parlò del fuoco dalle navi: «I Greci hanno un fuoco simile al fulmine che sta nel cielo – dicevano – e, lanciandocelo contro, ci hanno incendiato, è per questo che non abbiamo potuto vincerli». Igor’ si mise allora a radunare un grande esercito, e andò dai Varjaghi al di là del mare per incitarli contro i Greci perché egli voleva andare ad attaccarli di nuovo.