[1] Mentre avveniva questo, si appressavano degli uomini che portavano un ragazzo, che era andato sui monti con dei suoi compagni alla ricerca di legna. Quivi trovò un nido di pernice e stese la sua mano per portare via le uova, ma un serpente velenoso spuntò di mezzo al nido e la morse. Innalzò grida di aiuto, e i suoi compagni corsero verso di lui trovandolo a terra come morto. Allora i vicini di casa partirono per prenderlo e riportarlo in città.
[2] Giunti al posto nel quale il signore Gesù stava come re, attorniato dagli altri ragazzi come da ministri, i ragazzi corsero incontro a colui che era stato morso dal serpente e dissero ai suoi vicini: "Su, salutate il re!". Ma a motivo del timore che li agitava, non volevano avvicinarsi. Allora i ragazzi li trascinarono con la forza. Quando furono davanti al signore Gesù, egli domandò loro perché portavano quel ragazzo. Saputo che un serpente lo aveva morso, il signore Gesù disse ai ragazzi: "Andiamo a uccidere quel serpente".
[3] Alla preghiera dei parenti affinché fosse loro permesso di proseguire poich‚ il figlio era in agonia, i ragazzi risposero: "Non avete udito che il re ha detto: "andiamo a uccidere il serpente"? Non volete voi compiacerlo?". E così, sebbene quelli fossero contrari, girarono indietro la lettiga.
Giunti che furono a quel nido, il signore Gesù disse ai ragazzi: "È proprio questo il posto del serpente?". Essi assentirono. Allora, chiamato dal signore, il serpente si fece avanti tutto sottomesso. Egli disse: "Va' a succhiare tutto il veleno che hai iniettato in questo ragazzo". Il serpente si avvicinò al ragazzo e succhiò tutto il suo veleno.
[4] Poi il signore Gesù lo maledisse e subito scoppiò. Il ragazzo, invece, accarezzato dalla mano del signore Gesù, guarì. Avendo poi cominciato a piangere, il signore Gesù gli disse: "Non piangere, presto sarai un mio discepolo". Questo è Simone cananeo del quale parla il Vangelo.