NOTEdiSTORIA

Venerabili autem Lanfranco in Cadomensis coenobii regimen assumpto, ipse prioris officio functus est, sicque Deo serviendi ampliore libertate potitus, totum se, totum tempus suum in illius obsequia expendere, saeculum et cuncta negotia ejus [ al., omit. ejus] ab intentione sua, funditus coepit amovere. Factumque est ut soli Deo, coelestibusque disciplinis jugiter occupatus, intantum speculationis divinae culinen ascenderit, ut obscurissimas, et ante tempus suum insolutas [ al., insolitas] de divinitate Dei et nostra fide quaestiones, Deo reserante perspiceret, ac perspectas enodaret, apertisque rationibus quae dicebat rata et catholica esse probaret. Divinis namque Scripturis tantam fidem adhibebat ut indissolubili firmitate cordis crederet nihil in eis esse, quod solidae veritatis tramitem ullo modo exiret. Quapropter summo studio animum ad hoc intenderat, quatenus juxta fidem suam mentis ratione mereretur percipere, quae in ipsis sensit multa caligine tecta latere. Contigit ergo quadam nocte ut ipse in hujusmodi mente detentus, ante nocturnas vigilias vigilans in lecto jaceret, et meditando secum rimari conaretur quonam modo prophetae praeterita simul et futura, quasi praesentia, olim agnoverint, et indubitanter ea dicto vel scripto protulerint. Et ecce cum in his totus esset, et ea intelligere magnopere desideraret, defixis oculorum suorum radiis, vidit per medias maceries oratorii ac dormitorii monachos, quorum hoc officium erat, pro apparatu matutinarum altare et alia loca ecclesiae cicumeuntes, luminaria accendentes, et ad ultimum unum eorum sumpta in manibus chorda pro excitandis fratribus scillam pulsantem, ad cujus sonitum conventu fratrum de lectis surgente, miratus est de re quae acciderat. Concepit ergo apud se Deo levissimum esse, prophetis in spiritu ventura monstrare, cum sibi concesserit quae fiebant per tot obstacula corporeis oculis posse videre.

Quando il venerabile Lanfranco fu assunto al governo del monastero di Caen, Anselmo assunse l'ufficio di priore. Così, ottenuta una maggiore libertà nel servire Dio, cominciò a dedicarsi interamente e ininterrottamente al Suo servizio, allontanando dalla propria mente il mondo e ogni sua occupazione.

E avvenne che, occupandosi incessantemente solo di Dio e delle discipline celesti, raggiunse un tale culmine nella contemplazione divina, da comprendere, per rivelazione di Dio, questioni oscurissime e fino al suo tempo irrisolte sulla divinità di Dio e sulla nostra fede; e, una volta comprese, le chiariva e dimostrava, con argomenti solidi, che ciò che affermava era conforme alla dottrina cattolica.

Egli, infatti, riponeva una tale fiducia nelle Sacre Scritture da credere, con incrollabile fermezza d’animo, che in esse non vi fosse nulla che potesse in alcun modo allontanarsi dalla via della verità. Per questo motivo, si applicava con il massimo impegno affinché, in conformità con la sua fede, potesse meritare di comprendere razionalmente ciò che percepiva essere nascosto sotto grande oscurità nelle Scritture stesse.

Accadde quindi che, una notte, mentre era immerso in questi pensieri, giacendo sveglio nel suo letto prima dell’ora delle vigilie notturne, meditava dentro di sé cercando di comprendere in quale modo i profeti avessero potuto conoscere, come se fossero presenti, tanto gli eventi passati quanto quelli futuri, e li avessero poi annunciati con certezza per iscritto o a voce.

Ed ecco che, mentre era totalmente assorbito in queste riflessioni e desiderava con grande ardore comprenderle, fissando lo sguardo, vide attraverso i muri che separavano l’oratorio dal dormitorio i monaci incaricati di preparare l’ufficio mattutino: essi giravano intorno all’altare e agli altri luoghi della chiesa, accendendo le luci. Infine, vide uno di loro prendere una corda tra le mani per suonare la campana che avrebbe svegliato i fratelli.

E quando, al suono della campana, vide i monaci alzarsi dai letti e radunarsi, rimase stupefatto per ciò che era accaduto.

Allora comprese dentro di sé quanto fosse cosa lieve per Dio mostrare ai profeti, nello Spirito, gli eventi futuri, dal momento che a lui stesso aveva concesso di vedere, con i propri occhi corporei, ciò che avveniva attraverso tante barriere.

Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.