NOTEdiSTORIA

Dehinc Anselmus ad monasterium reversus talem se cunctis exhibuit, ut ab omnibus loco charissimi Patris diligeretur. Ipse enim mores omnium et infirmitates aequanimiter sufferebat; et unicuique sicut expedire sciebat, necessaria suggerebat. O quot in sua jam infirmitate desperati per piam sollicitudinem ejus sunt ad pristinam sanitatem revocati! Quod tu Herewalde, decrepite senex, in teipso percepisti, quando gravatus non solum aetate sed et valida infirmitate, ita ut nihil tui corporis praeter linguam haberes in tua potestate, per manus illius pastus, et vino de racemis per uvam in aliam ejus manum expresso, de ejus ipsa manu bibens es [ al., et] refocillatus, ac pristinae sanitati redonatus. Neque enim alium aut aliunde potum sumere poteras, qui tibi cordi esset, ut referebas. Ipse quippe Anselmus in usu habebat infirmorum domum frequentare, singulorum fratrum infirmitates diligenter investigare, et quod infirmitas cujusque expetebat, singulis absque mora seu taedio subministrare. Sicque sanis pater, et infirmis erat mater, imo sanis et infirmis pater et mater in commune. Unde et quidquid secreti apud se quivis illorum habebat, non secus quam dulcissimae matri ille revelare satagebat. Verumtamen solers diligentia juvenum hoc praecipue exercebat.

Dopo ciò, Anselmo, tornato al monastero, si comportò in modo tale che tutti lo amassero come un padre amatissimo.

Egli, infatti, sopportava con animo sereno i costumi e le debolezze di ciascuno, e a ognuno provvedeva, secondo quanto riteneva opportuno, ciò di cui aveva bisogno.

Oh, quanti, ormai disperati a causa della loro infermità, furono riportati alla salute grazie alla sua santa sollecitudine!

Tu stesso, Herewaldo, vecchio decrepito, lo hai sperimentato sulla tua persona, quando, afflitto non solo dalla vecchiaia ma anche da una grave malattia, al punto da non avere più il controllo del tuo corpo se non della lingua, fosti nutrito per mano sua.

E, mentre egli esprimeva il succo da un grappolo d’uva nella sua mano per farti bere direttamente dalla sua stessa mano, ne traesti ristoro e fosti restituito alla salute di un tempo.

Infatti, come tu stesso riferivi, non potevi né desideravi bere da altri o in altro modo se non da lui.

Anselmo, infatti, era solito visitare frequentemente l’infermeria, esaminare attentamente le infermità di ciascun fratello e provvedere senza indugio né fatica a tutto ciò di cui ognuno necessitava per la propria guarigione.

Così, per i sani era un padre, per gli infermi era una madre; anzi, era padre e madre allo stesso tempo sia per i sani sia per gli infermi.

Per questo motivo, chiunque di loro avesse un segreto da confidare, non esitava a rivelarlo a lui come se fosse la più dolce delle madri.

Tuttavia, la sua sollecitudine più attenta la riservava ai giovani.

Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.