His temporibus scripsit tractatus tres, scilicet De veritate, De libertate arbitrii, et De casu diaboli; in quibus satis patet ubi animum fixerit, quamvis ab eis quae aliorum cura expetebat talium rerum consideratione nullo se modo subtraxerit. Scripsit et quartum quem intitulavit De grammatico. In quo cum discipulo quem secum disputantem introducit, disputans [ al., disputat] cum multas quaestiones dialecticas proponit et solvit, tum qualitates et qualia, quomodo sint discrete accipienda exponit et instruit. Fecit quoque libellum unum quem Monologium appellavit. Solus enim in eo et secum loquitur, ac tacita omni auctoritate divinae Scripturae quid Deus sit sola [ al., omit.] ratione quaerit et invenit; et quod vera fides de Deo sentit, invincibili ratione sic nec aliter esse probat et astruit.
In quel periodo scrisse tre trattati: De veritate, De libertate arbitrii e De casu diaboli. In essi appare chiaramente dove avesse fissato il suo animo, sebbene non si fosse mai sottratto in alcun modo alla cura delle questioni che gli venivano richieste dagli altri.
Scrisse anche un quarto trattato, che intitolò De grammatico, nel quale, disputando con il discepolo che introduce nel dialogo, propone e risolve molte questioni dialettiche e spiega come debbano essere intese e distinte le qualità e gli enti qualificati (qualitates et qualia), offrendo così un’istruzione dettagliata sull’argomento.
Compose inoltre un’opera che chiamò Monologion.
In essa, infatti, egli parla da solo con sé stesso e, senza alcun riferimento esplicito all’autorità della Sacra Scrittura, ricerca e scopre, unicamente attraverso la ragione, che cosa sia Dio. E ciò che la vera fede insegna su Dio, lo dimostra e lo conferma con un ragionamento invincibile, mostrando che non potrebbe essere diversamente.
Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.