NOTEdiSTORIA

Inter reverendum autem pontificem Lanfrancum, et hunc abbatem Anselmum quid in illis diebus actum dictumve sit, planum est intelligere his qui vitam et mores noverunt utrorumque. Qui vero non noverunt, ex eo intelligant quod, in quantum nostra et multorum fert opinio, non erat illo tempore ullus qui aut Lanfranco in auctoritate vel multiplici [ al., triplici] rerum scientia, aut Anselmo praestaret in sanctitate vel Dei sapientia. Erat praeterea Lanfrancus adhuc quasi rudis Anglus, necdumque sederant animo ejus quaedam institutiones, quas repererat in Anglia. Quapropter cum plures de illis magna fretus ratione, tum quasdam [ al. omit. t. q.] mutavit sola auctoritatis suae deliberatione. Itaque dum illarum mutationi intenderet, et Anselmum [ al., Anselmus] unanimem scilicet amicum et fratrem secum haberet, quadam die familiarius cum eo loquens, dixit ei: « Angli isti, inter quos degimus, instituerunt sibi quosdam quos colerent sanctos. De quibus cum aliquando qui fuerint, secundum quod ipsimet referunt, mente revolvo; de sanctitatis eorum merito animum a dubietate flectere nequeo.

Quali discorsi e azioni si svolsero in quei giorni tra il venerabile arcivescovo Lanfranco e l’abate Anselmo è facile da comprendere per coloro che conoscevano la vita e i costumi di entrambi.

Per chi invece non li conosce, basti sapere che, secondo la mia opinione e quella di molti altri, a quel tempo non vi era nessuno che potesse superare Lanfranco per autorità e per la sua vasta e profonda conoscenza delle cose, né Anselmo per santità e sapienza divina.

Inoltre, Lanfranco era ancora relativamente nuovo in Inghilterra e non si era ancora del tutto abituato ad alcune delle istituzioni e consuetudini che vi aveva trovato.

Per questo motivo, avvalendosi della sua grande saggezza, ne modificò molte, e alcune le cambiò esclusivamente per sua autorità, senza ulteriore consultazione.

Mentre dunque si dedicava a queste riforme e avendo accanto Anselmo, suo amico e fratello d’animo perfettamente concorde, un giorno, parlando con lui in modo più confidenziale, gli disse:

«Questi Inglesi, tra i quali viviamo, hanno istituito alcuni uomini come santi e li venerano.

Ma quando cerco di riflettere su chi siano stati realmente, secondo le loro stesse testimonianze, non riesco a superare i miei dubbi sulla loro effettiva santità.»

Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.