«Et ecce unus illorum est in sancta, cui nunc [ al., nec], Deo auctore, praesidemus sede quiescens, Elfegus nomine, vir bonus quidem, et suo tempore gradui archiepiscopatus praesidens ibidem. Hunc non modo inter sanctos, verum et inter martyres numerant; licet eum non pro confessione nominis Christi, sed quia se pecunia redimere non voluit, occisum non negent. Nam cum illum, ut verbis utar Anglorum, aemuli ejus et inimici Dei pagani cepissent; et tamen pro reverentia illius ei potestatem se redimendi concessissent, immensam pro hoc ab eo pecuniam expetiverunt. Quam quia nullo pacto poterat habere, nisi homines suos eorum pecunia spoliaret et nonnullos forsitan invisae mendicitati subjugaret; elegit vitam perdere, quam eam tali modo custodire. Quid hinc igitur tua fraternitas sentiat, audire desidero.» Et quidem ille, sicuti novus Angliae civis, haec summatim perstringens Anselmo proposuit. Attamen causam necis beati Elfegi historialiter intuentes videmus non illam solam, sed aliam fuisse ista antiquiorem. Denique non ideo tantum quia se pecunia redimere noluit, sed etiam quia paganis persecutoribus suis civitatem Cantuariam et ecclesiam Christi in ea sitam concremantibus, civesque innocuos atroci morte necantibus [ al. omit. c. q. i. a. m. n.] Christiana libertate obsistere eosque a sua infidelitate convertere nisus, est ab eis captus, et crudeli exanimatione est occisus.
«Ecco, tra questi santi venerati dagli Inglesi vi è uno che ora riposa proprio nella santa sede che, con l’aiuto di Dio, presiediamo: il suo nome è Elfego. Fu certamente un uomo buono e, nel suo tempo, ricoprì il grado di arcivescovo in questa stessa città.
Ma essi non solo lo annoverano tra i santi, ma addirittura tra i martiri, sebbene essi stessi non neghino che non fu ucciso per aver confessato il nome di Cristo, ma piuttosto perché rifiutò di riscattarsi con il denaro.
Infatti, secondo il racconto degli Inglesi, i suoi nemici e i nemici di Dio, ovvero i pagani, lo catturarono; tuttavia, per rispetto verso di lui, gli concessero la possibilità di riscattarsi, chiedendogli in cambio una somma ingente.
E poiché in nessun modo avrebbe potuto ottenerla, se non spogliando della loro ricchezza i suoi uomini e condannandone forse molti alla miseria più crudele, preferì perdere la vita piuttosto che conservarla con tale ingiustizia.
Dunque, cosa ne pensa la tua fraternità? Desidero sentire il tuo parere.»
Lanfranco, ancora nuovo alla realtà inglese, propose brevemente questa questione ad Anselmo.
Tuttavia, considerando storicamente la causa della morte del beato Elfego, vediamo che non fu solo questa, ma un’altra, ancora più antica e profonda.
Infatti, non fu ucciso soltanto perché rifiutò di riscattarsi con il denaro, ma anche perché, quando i pagani persecutori incendiarono la città di Canterbury e la Chiesa di Cristo che vi si trovava, e quando massacrarono crudelmente i cittadini innocenti, egli, con autentica libertà cristiana, si oppose loro e cercò di convertirli dalla loro infedeltà.
Per questo fu catturato e messo a morte con atroce crudeltà.
Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.