Ante paucos vero dies quam lectulo detineretur, cum quadragesimum tertium psalmum dictaret, me et excipiente et vidente, subito in modum scuti brevis ignis caput ejus cooperuit, atque paulatim per os ipsius tamquam in domum habitator ingressus est: post quod facta est facies ejus velut nix, et postea reversus est vultus ejus ad speciem suam. Quod cum fieret, stupore perculsus obrigui, nec potui scribere quae ab illo dicebantur, nisi posteaquam visio ipsa transivit; dicebat enim in eo tempore testimonium Scripturae divinae, quod ego optime retinebam. Nam scribendi vel dictandi ipso die finem fecit; siquidem ipsum psalmum explere non potuit. Ego vero id quod visum a me fuerat, honorabili viro Casto diacono, sub cujus cura degebam, statim retuli: at ille repletus gratia Dei, Spiritus sancti adventum me in illo vidisse edocuit lectione Actuum apostolorum.
Pochi giorni prima di essere costretto a letto dalla malattia, Ambrogio stava dettando il Salmo 43. Mentre io trascrivevo, improvvisamente una fiamma luminosa, simile a un piccolo scudo di fuoco, avvolse la sua testa e poi, attraverso la sua bocca, sembrò penetrare dentro di lui come uno spirito che prende dimora.
Subito dopo, il suo volto divenne bianco come la neve, per poi ritornare al suo aspetto normale.
Rimasi paralizzato dallo stupore e non riuscii a continuare a scrivere finché la visione non svanì. Ambrogio, intanto, stava pronunciando un passo delle Sacre Scritture, che ricordavo perfettamente.
Quello fu il suo ultimo giorno di dettatura, poiché non riuscì a terminare il Salmo.
Raccontai l’accaduto al diacono Casto, sotto la cui guida vivevo. Egli, colmato di grazia, mi spiegò che avevo assistito alla discesa dello Spirito Santo, come narrato negli Atti degli Apostoli.
Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.