Sed post dies hos, ordinato sacerdote Ecclesiae Ticinensi, incidit in infirmitatem, qua cum plurimis diebus detineretur in lectulo, comes Stilico dixisse fertur quod, tanto viro recedente de corpore, interitus immineret Italiae. Unde convocatis ad se nobilibus viris illius civitatis, quos diligi a sancto Sacerdote cognoverat, partim interminatus est illis, partim blando sermone persuasit, ut pergerent ad sanctum Sacerdotem, suaderentque illi, ut sibi vivendi peteret a Domino commeatum. Quod ille ubi ab illis audivit, respondit: Non ita inter vos vixi, ut pudeat me vivere: nec timeo mori; quia Dominum bonum habemus.
Dopo aver ordinato un nuovo vescovo per la Chiesa di Pavia, Ambrogio si ammalò gravemente e fu costretto a letto per molti giorni.
Il generale Stilicone, temendo le conseguenze della sua morte, avrebbe detto: «Se un uomo come Ambrogio lascia questo mondo, l’Italia sarà in pericolo.»
Per questo, convocò alcuni nobili milanesi che sapeva essere molto vicini al vescovo. Alternando minacce e lusinghe, li convinse a supplicare Ambrogio di pregare Dio per prolungare la sua vita.
Quando gli riferirono questa richiesta, Ambrogio rispose con fermezza: «Non ho vissuto tra voi in modo da vergognarmi di vivere. Né temo di morire, perché il nostro Signore è buono.»
Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.