NOTEdiSTORIA

Per idem tempus cum in extrema parte porticus in qua jacebat in uno positi Castus, Polemius, Venerius et Felix tunc diaconi secum tractarent voce ita pressa, ut vix se invicem audirent, quis post obitum illius episcopus ordinandus esse, atque cum de nomine sancti loquerentur Simpliciani, tamquam interesset tractatui, cum longe positus ab ipsis jaceret, approbans exclamavit tertio: Senex, sed bonus. Erat enim Simplicianus aevi maturus. Qua voce audita, expavescentes fugerunt; defuncto tamen eo, non alius illi successit in sacerdotium, nisi is quem ille bonum senem trina voce signaverat. Cui Simpliciano Venerius, quem supra memoravimus, successor fuit: Felix vero nunc usque Bononiensem regit Ecclesiam: Castus autem et Polemius nutriti ab Ambrosio bonae arboris boni fructus, in Ecclesia Mediolanensi diaconii funguntur officio.

Mentre Ambrogio giaceva ormai agonizzante sotto il portico della sua residenza, quattro diaconi—Casto, Polemio, Venerio e Felice—discutevano a bassa voce, quasi sussurrando, su chi sarebbe stato il suo successore come vescovo.

Parlando tra loro, fecero il nome di Simpliciano, un anziano di grande virtù.

All’improvviso, Ambrogio, che era sdraiato lontano e sembrava non poterli sentire, esclamò per tre volte: «Vecchio, ma buono!»

I diaconi, spaventati da questa risposta inaspettata, fuggirono, consapevoli di aver ricevuto un segno profetico.

Dopo la morte di Ambrogio, proprio Simpliciano fu eletto vescovo, confermando il giudizio del santo.

A lui successe in seguito Venerio, mentre Felice divenne vescovo di Bologna, e Casto e Polemio rimasero diaconi a Milano, fedeli alla formazione ricevuta da Ambrogio, «buoni frutti di un buon albero».

Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.