NOTEdiSTORIA

Quo ille cognito, egressus Ecclesiam, tribunal sibi parari fecit; quippe mox futurus episcopus, altiora conscendit: tunc contra consuetudinem suam tormenta jussit personis adhiberi. Quod cum faceret, populus nihilominus acclamabat: Peccatum tuum super nos. Sed non similiter is populus tunc clamavit, sicut populus Judaeorum; illi enim vocibus suis sanguinem Dominicum effuderunt, dicentes: Sanguis hujus super nos (Matth., XXVII, 25): isti vero catechumenum scientes, fideli voce remissionem illi peccatorum omnium per baptismatis gratiam promittebant. Tunc ille turbatus revertens domum, philosophiam profiteri voluit, futurus sed verus philosophus Christi, qui contemptis saecularibus pompis, piscatorum secuturus esset vestigia, qui Christo populos congregarunt non fucis verborum, sed simplici sermone, et verae fidei ratione, missi sine pera, sine virga, etiam ipsos philosophos converterunt. Quod ubi ne faceret, revocatus est; publicas mulieres publice ad se ingredi fecit, ad hoc tantum, ut visis his, populi intentio revocaretur. At vero populus magis magisque clamabat: Peccatum tuum super nos.

Quando Ambrogio comprese la volontà del popolo, lasciò la chiesa e ordinò di allestire un tribunale per sé, come se volesse riaffermare il suo ruolo di magistrato. Salì su un’alta tribuna, come se si preparasse a una nuova missione. In quel momento, contro le sue abitudini, ordinò che fossero applicate torture agli imputati.

Ma, nonostante ciò, il popolo continuava ad acclamare: «Il tuo peccato su di noi!». Tuttavia, diversamente dai Giudei che con queste parole condannarono a morte Cristo dicendo «Il suo sangue su di noi» (Matteo 27,25), i milanesi gridavano con fede, riconoscendo in Ambrogio un catecumeno e assicurandogli che avrebbe ricevuto la remissione di tutti i peccati attraverso il battesimo.

Sconvolto, Ambrogio tornò a casa e decise di dedicarsi alla filosofia. Ma sarebbe presto divenuto un autentico filosofo di Cristo, rinunciando agli onori mondani per seguire le orme degli apostoli, che, con un linguaggio semplice e con la vera fede, avevano radunato i popoli per Cristo senza ricorrere a ornamenti retorici, senza denaro né bastone, e persino convertendo i filosofi pagani.

Nel tentativo di far desistere il popolo dalla sua scelta, Ambrogio fece pubblicamente entrare nella sua casa delle prostitute, sperando che un simile gesto facesse cambiare idea ai milanesi. Ma la folla, invece di scandalizzarsi, continuò ancora più forte a gridare: «Il tuo peccato su di noi!».

Traduzione in italiano a cura di Note di Storia, pubblicata a solo scopo divulgativo e per facilitare la comprensione del testo.