Igor cominciò a regnare a Kiev e visse in pace con tutte le regioni. E quando venne l’autunno, si mise a pensare ai Drevljani, volendo loro imporre un più alto tributo.
La družina di Igor gli disse: «Le truppe di Svenal’d sono provviste di armi e indumenti, mentre noi siamo ignudi. Vieni con noi, principe, a esigere un nuovo tributo, affinché tu e noi ne profittiamo».
E Igor li ascoltò, e andò dai Drevljani per reclamare il tributo, e aumentò quello il vecchio tributo e i suoi uomini usarono la violenza; dopo ciò lui e i suoi ritornarono a Kiev con il tributo.
E mentre se ne ritornava, egli rifletté e disse alla sua družina: «Tornate alle vostre case con questo tributo, mentre io torno indietro a riscuotere dell’altro». E lasciò andare i suoi uomini ed egli con una piccola družina tornò indietro bramando maggiori ricchezze.
Quando i Drevljani appresero che Igor’ ritornava da loro, tennero consiglio insieme al loro principe Mal e dissero: «Se il lupo si abitua all’ovile e non lo si uccide, sgozzerà una dopo l’altra tutte le pecore; così è anche per Igor: se non lo uccidiamo ora, ci rovinerà tutti».
E gli mandarono alcuni di loro per dirgli: «Perché ritorni da noi? Ti abbiamo già pagato tutto il tributo». Ma Igor’ non li ascoltò.
I Drevljani uscirono allora dalla città di Iskorosten e uccisero Igor’ e la sua družina poco numerosa. E si seppellì Igor’ e il suo tumulo si vede ancora oggi vicino a Iskorosten, nelle terre dei Drevljani.
Olga viveva a Kiev con suo figlio, il giovane Svjatoslav, e il suo precettore Asmud, e il voivoda era Svenal’d, che era il padre di Mstiša. E i Drevljani dissero: «Noi abbiamo ucciso il principe russo, diamo sua moglie Olga in sposa al nostro principe Mal, e poi di Svjatoslav ne faremo ciò che vorremo». E i Drevljani inviarono venti uomini, scelti tra i più importanti, per nave da Olga. Essi arrivarono presso Boričev [collina di Kiev]; allora il fiume [Dnepr, antico Boristene] scorreva ai piedi della collina di Kiev e nella valle non abitava nessuno, ma solo sulla collina. La città di Kiev era là dove oggi si eleva il palazzo di Gordjata e di Nikifor [Niceforo], mentre il palazzo del principe occupava il recinto dove sono oggi i palazzi di Vorotislav e di Čudin, e la pesa pubblica era fuori città [in altra traduzione: e le reti per catturare gli uccelli venivano tese fuori città]. Fuori città c’era un altro palazzo, dov’è il palazzo del Governatore, dietro alla chiesa della Santa Deipara, si ergeva il palazzo del terem [fortezza] che era tutto di pietra.
Si avvertì Olga che i Drevljani erano giunti, e Olga li fece chiamare, e disse loro: «Ospiti cari, siete arrivati!» e i Drevljani dissero: «Principessa, siamo venuti». E Olga disse loro: «Ditemi, che ragione vi porta?». E i Drevljani risposero: «I Drevljani ci hanno inviato per dire: Noi abbiamo ucciso il tuo sposo, tuo marito era come un lupo che razziava e predava, ma i nostri principi sono buoni, essi fanno prosperare la terra dei Drevljani, vieni dunque da Mal nostro principe in isposa». Perché tale era il nome del principe dei Drevljani. Olga rispose loro: «Ciò che dite mi è caro, perché io non posso risuscitare mio marito, invece a voi voglio rendere onore domani, in presenza della mia gente. Andate ora alla vostra imbarcazione con fierezza. E io domani vi manderò a prendere e allora voi dite: “Noi non verremo a piedi, non verremo a cavallo, ma trasportateci nella nostra imbarcazione”, e vi porteranno nella vostra barca». Ed ella li lascio andare alla loro imbarcazione. E Olga ordinò di scavare una fossa grande e profonda nel recinto del terem, fuori città. L’indomani, Olga rimase nel terem e mandò a prendere gli ospiti. E andarono dicendo: «Olga vi invita a grandi onori». Essi risposero: «Noi non verremo a cavallo, né sui carri, né a piedi, ma trasportati nelle nostre barche». E dissero i Kieviani: «Dobbiamo per forza obbedire, il nostro principe è morto, e la nostra principessa sta per sposare il vostro principe». E li portarono nelle barche; essi si sedettero impettiti e inorgogliti, con gli ampi pettorali preziosi indosso. E lì si portarono verso il palazzo di Olga e li gettarono nel fosso con le loro barche. Olga si protese e disse loro: «Era giusto l’onore resovi?». Essi risposero: «La nostra fine è peggiore della morte di Igor’». Ed ella ordinò che li si seppellissero vivi, e li si sotterrò.
Olga inviò ambasciatori ai Drevljani per dire loro: «Se davvero voi mi volete, inviatemi degli uomini scelti affinché io possa venire dal vostro principe in grande onore, altrimenti i Kieviani non mi lasciano partire». I Drevljani, udendo ciò, scelsero gli uomini migliori fra quanti governavano le loro terre e glieli mandarono. Quando furono arrivati, Olga ordinò di preparare un bagno dicendo loro: «Quando vi sarete lavati, verrete da me». Si riscaldò il bagno e i Drevljani entrarono e si misero a lavarsi. Si chiuse la porta dietro di loro e Olga ordinò di aumentare il fuoco nel bagno dall’uscita, e arsero vivi tutti. E Olga mandò [ambasciatori] ai Drevljani per dire: «Ecco, sto venendo da voi; preparate molto idromele nella città in cui uccideste mio marito, perché possa piangere sulla sua tomba e fare il banchetto funebre in onore del mio sposo». Essi, avendo inteso queste nuove parole, prepararono una grande quantità di idromele. Olga, seguita da una piccola družina, avanzò in fretta verso la tomba del suo sposo, e, giunta, lo pianse e ordinò ai suoi uomini di innalzare un gran tumulo, e come fu terminato ordinò di preparare la cerimonia funebre. I Drevljani si sedettero per bere e Olga ordinò ai suoi di servirli. I Drevljani chiesero a Olga: «Dov’è la nostra družina che ti abbiamo inviato per scortarti?». Ella rispose: «Essi sono con me, con la družina di mio marito». E quando i Drevljani si furono ubriacati ordinò ai suoi uomini di lanciarsi contro di loro e di massacrarli. E ne massacrarono cinquemila. E Olga ritornò a Kiev e preparò il suo esercito per muoversi contro i Drevljani.