[1] Le due sorelle dissero alla madre: "Ecco che il nostro fratello è stato restituito alla forma umana con l'intervento del signore Gesù Cristo e l'ausilio salutare di questa fanciulla che ci ha parlato di Maria e di suo figlio.
Ora, siccome il nostro fratello è celibe, è opportuno che gli diamo in sposa questa fanciulla che fa loro da ancella".
Domandarono dunque questo alla padrona Maria e lei annuì.
Prepararono, a questa fanciulla, delle nozze splendide e, mutata la tristezza in gioia e il pianto in tripudio, dalla grande gioia che provavano, incominciarono a godere, a rallegrarsi, a esultare e a cantare, ornate di vesti splendide e pure. Si diedero poi a recitare carmi e lodi, dicendo: "O Gesù, figlio di Davide, tu sei colui che muta la tristezza in gioia e le lamentazioni in letizia".
[2] Giuseppe e Maria vi rimasero dieci giorni. Poi partirono accompagnati con grandi onori e saluti da quelle persone che, dopo averli salutati, se ne ritornarono piangendo; specialmente quella fanciulla.